La droga non si combatte con la repressione, ma con la libertà

Solo la libertà può salvarci.

Mentre il Sistema crede e/o fa credere che quando c’è un problema, la soluzione sia qualche legge repressiva, noi anarchici cerchiamo invece sempre di andare alla radice dei problemi. Chi ha la mentalità poliziesca, statalista, moralista, bigotta, afferma continuamente che oggi  “c’è troppa libertà”. Niente di più falso. Se la libertà ci fosse davvero, non avremmo bisogno di psicofarmaci, droghe, alcol, cibo spazzatura e tanti altri palliativi per sopportare questa prigionia; se ci fosse davvero la libertà, non vedremmo al telegiornale tanti casi di suicidi di giovani e meno giovani, non vedremmo tanti casi di violenza. La libertà, soltanto la libertà, guarisce, soltanto la libertà ci fa sentire soddisfatti. La scuola dell’obbligo fino ai sedici anni per cinque o sei ore al giorno stressa i giovani, i professori e i collaboratori scolastici. L’obbligo del lavoro, o almeno la sua stessa concezione secondo la quale soltanto chi lavora è “realizzato” provoca incidenti e suicidi (consigliamo la lettura dell’opuscolo “L’abolizione del lavoro” di Bob Black, reperibile su internet). Da una parte, il ricatto economico e, peggio ancora, la mentalità capitalista che spinge gli esseri umani a svolgere qualsiasi lavoro o per campare o per arricchirsi; dall’altra, il bisogno di utilizzare stupefacenti. Da un’altra parte ancora, il Sistema ipocrita (o miope) che non solo fa in modo che abbiamo bisogno di palliativi e finge di combattere le droghe, ma ci obbliga ad assumerle (chiamandole psicofarmaci e spacciandoli per medicinali) se non ci adattiamo, attraverso i trattamenti sanitari obbligatori. Se noi anarchici davvero riuscissimo a realizzare il mondo che sogniamo – in cui vigono soltanto le regole naturali, l’ordine naturale -, gran parte dei problemi sarebbero risolti, come scriveva Bakunin “sostituendo ai godimenti illusori e brutali della sfrenatezza corporale e spirituale le gioie delicate e reali di un’umanità pienamente realizzata in ciascuno e in tutti, avrà la potenza di chiudere nello stesso tempo tutte le taverne e tutte le chiese” ( dal libro “La libertà degli uguali”).

Anche se questo sembra ormai un sogno infranto – poiché il Sistema è violento e coercitivo e inculca terrore nell’individuo, manipolandolo – bisogna educare alla libertà, liberarsi dal senso di colpa che il Sistema instilla nell’individuo tramite il suo processo di domesticazione, bisogna iniziare a comprendere che non è colpa dell’individuo che non si adatti alla società, ma è colpa della società che ci vuole tutti schiavi e omologati. Capire questo è già il primo passo verso la libertà e la liberazione. Scriviamo queste righe anche per indurre i compagni anarchici a riflettere su questa tematica. Vogliamo la liberalizzazione delle droghe? O vogliamo invece liberarci dal bisogno delle droghe? Noi vogliamo la vera libertà, pensiamo che la droga sia soltanto un palliativo, che ci renda ancora più schiavi e ci faccia accettare passivamente questo mondo sbagliato, perciò è una grande menzogna che il Sistema (o per malafede o per miopia) faccia una lotta contro le droghe. Noi non siamo moralisti, poiché ammettiamo che tutti, in questa società, facciamo uso di palliativi (ognuno a modo suo: alcol, religione, arte, droghe, psicofarmaci, carriera, social, diversivi), ma dobbiamo ricordarcene. Dobbiamo ricordare perché esiste l’uso della droga e perché esiste lo spaccio. Cosa che ovviamente i politici non fanno e se lo fanno, continuano con le loro leggi proibizioniste (il proibizionismo non ha mai funzionato, anzi peggiora le cose): di certo non possono ammettere che la soluzione è la libertà. Finché ce ne parlano i preti, ci viene da ridere, giacché essi stessi ci drogano con le loro religioni. Finché ce lo dicono vecchi e professori bigotti, i quali vorrebbero che noi andassimo soltanto a studiare e lavorare, sbuffiamo giustamente e gridiamo “al moralismo”. Poiché essi non vogliono ciò che vogliamo noi anarchici: la libertà. Non è certo il proibizionismo che ci salverà, ma una presa di coscienza che c’è bisogno di recuperare la nostra naturale libertà. Riconquistiamo la libertà individuale e non avremo più bisogno di nessun tipo di droga: né psicofarmaci, né religione, né l’illusione del successo. Noi vogliamo la vita.

Quando affermiamo che il bisogno delle droghe scaturisca dal fatto che non siamo liberi, alcuni ci rispondono che “l’uomo ha sempre fatto uso di sostanze psicoattive”, ma questo “sempre” comprende, ad esempio, anche i primitivi, considerando che il paleolitico viene impropriamente definito “preistoria”? Quando eravamo animali liberi, avevamo ugualmente bisogno di droghe? E se sì, fino a che punto? Di certo non come oggi, dove qualsiasi tipo di “divertimento” è sempre associato a droghe e alcol. Ormai persino la musica è utilizzata nei bar e nei pub per venderci gli alcolici e il cibo spazzatura. Neanche la “cultura” e l’arte, quindi ci salveranno, se non li usiamo per liberarci davvero. Come la pornografia esiste perché esiste il moralismo, la droga esiste perché non esiste più il vero piacere. Ma per lo meno, l’arte e la musica possono essere droghe molto più sane.

Il problema è che siamo animali separati dalla natura. Il problema è che l’anarchia, come si è già detto e ripetuto (e come ripeteremo all’infinito), è la condizione naturale dell’essere umano, come ha osservato John Zerzan. E non essendo nella nostra condizione naturale, stiamo male, ci distruggiamo tra di noi e ci autodistruggiamo. Al Sistema fanno comodo le droghe, altrimenti non esisterebbero i Trattamenti Sanitari Obbligatori, non esisterebbe la psichiatria. Noi che invece vogliamo la libertà totale, vogliamo anche liberarci dalle dipendenze. E soltanto l’anarchia può salvarci.

“Ci hanno dato droghe pazze per stare in silenzio, o intripparci cose che non hanno senso”

(Inoki)

“La libertà è la madre dell’ordine, non la figlia”

(Pierre Joseph Proudhon)

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Messaggio per le autorità: siete convinti di essere voi a combattere le droghe e la criminalità? Fatevi due domande.

Probabilmente il vostro mestiere non fa altro che peggiorare le cose. Pensateci bene su.

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