A distanza di quattro mesi, sento il bisogno di rivedere leggermente il mio articolo “L’anarchia nel periodo del coronavirus” (così come la lettera ai giovani pubblicata su Il Caudino). Avevo scritto frasi del tipo “proprio ora vi viene in mente di ribellarvi?”, considerando che anche io credevo all’emergenza pandemia. Anche io avevo creduto che il lockdown, almeno per un mese, potesse essere utile. Ero arrivato addirittura a pensare – e con me tanti altri anarchici – che tutto sommato, lo Stato, per quanto malvagio, in certi casi potesse davvero fare gli interessi del popolo. Ci ho creduto per una settimana. Poi ho cominciato a pensare. La paura prodotta dal terrorismo mediatico ci aveva fatto dimenticare che “di buone intenzioni è lastricata la strada per l’inferno”. Sedicenti anarchici sono arrivati a giustificare la violenza degli sbirri e ad augurarne di più a chi non si atteneva alle direttive, “perché la gente è troppo stupida e irresponsabile”. Taluni hanno perso fiducia nell’anarchia, “perché il coronavirus ha dimostrato che la gente non si sa autogestire”. Abbiamo dimenticato in un lampo tutti i discorsi contro il paternalismo, sull’autodeterminazione. E questo perché? Perché il potere questa volta ha giocato sulla nostra paura di morire, utilizzando i suoi mezzi di propaganda e di manipolazione. Avevo scritto nel mio articolo “non conta se è tutto vero o solo una farsa, rispettiamo le regole per non far vincere lo stato di polizia”. Credevo ingenuamente che, infrangendo le regole, il governo avrebbe messo più restrizioni e invece lo stato di polizia vinse proprio perché abbiamo obbedito.
Ora è giunto il momento di riflettere per bene su ciò che è successo. A coloro che, ancora una volta, vorranno utilizzare l’esperienza covid19 per dimostrare l’irresponsabilità dei cittadini e quindi la necessità della gerarchia, rispondo così: voi sostenete che l’anarchia funzionerebbe solo se la gente avesse buon senso e fosse responsabile, quindi siete convinti che tutto ciò che ci viene imposto dal potere equivalga a buon senso e responsabilità. E perché? Solo per il fatto stesso che ci viene imposto? Forse che chi comanda ha la verità assoluta in tasca? Quando lo capirete che chi si arroga il diritto di fare leggi per tutti è solo arrogante e non certo un luminare? Per l’anarchia ci vuole il buon senso, dite. E per governare invece?
Chi ha buon senso non comanda e non si fa sottomettere, chi ha buon senso combatte le ingiustizie e difende gli oppressi e la Natura: tutto il contrario di ciò che fa il sistema.
Chi ha buon senso non governa.
Voi invece date per scontato che il sistema sia composto da persone illuminate, da una sorta di divinità e non da persone comuni come noi che, però, hanno la presunzione di stabilire leggi che secondo loro possano valere per tutti.
Quando non si rispettano le leggi scritte e quelle che vengono considerate “regole del buon senso”, lo schiavo del sistema vorrebbe con ciò dimostrare che l’autogestione (l’anarchia) è impossibile. A questi chiedo: ci avete mai pensato che se non tutti rispettano le leggi/regole, è perché sono sbagliate e non possono valere per tutti?
Del resto, la giustizia universale non esiste: per me la giustizia potrebbe essere quando nessuno impone le sue regole e le sue idee agli altri, ma evidentemente vi sono persone che non la pensano così, altrimenti non proverebbero a imporci le loro idee, avendo una visione diversa della giustizia.
Dovremmo soltanto vederne gli effetti: che effetti provoca l’imposizione delle proprie idee su tutti gli individui?
Effetti negativi. E di certo non è inasprendo le leggi che si risolveranno le cose (gli incendi non si spengono aumentando le dosi di benzina che ci versiamo sopra) ma lasciando a ogni individuo la propria responsabilità, perché ognuno di noi possiede l’istinto naturale che gli fa capire, senza bisogno di autorità, che cosa è meglio per se stessi.
Nel caso del covid19, dovremmo ricordarci che la scienza non è un pensiero unico e che essa si basa su varie teorie e vari pensieri di scienziati che la pensano diversamente e contrastano tra loro. Quando un gruppo di persone – che siano scienziati, religiosi, politici o qualsiasi altra categoria – pretende di conoscere la verità assoluta e di imporla a tutti (e con misure autoritarie) zittendo chi la pensa diversamente, siamo in pericolo e dobbiamo difenderci. Mentre gli altri, dunque, vorrebbero utilizzare l’esempio del covid19 per dimostrare la necessità del sistema, io sono ancora più convinto che l’unica soluzione sia l’anarchia.
Già Mikhail A. Bakunin in “Dio e lo Stato” scriveva:
“Per ogni scienza speciale mi rivolgo a chi ne ha pratica. Ma non mi lascio imporre né il calzolaio né l’architetto né il sapiente: io li accetto liberamente e con tutto il rispetto che meritano le loro intelligenze, il loro carattere, il loro sapere, riservandomi sempre il mio diritto incontestabile di critica e di controllo. Non mi accontento di consultare una sola autorità specialistica, ma ne consulto parecchie; confronto le loro opinioni e scelgo quella che mi pare la più giusta. Ma non riconosco alcuna autorità infallibile, neppure nelle questioni speciali; di conseguenza, per quanto rispetto possa io avere verso l’umanità e la sincerità del tale o tal’altro individuo, non ho fede assoluta in alcuno. Una tale fede sarebbe fatale alla mia ragione, alla mia libertà, ed all’esito stesso del mio operare; essa mi trasformerebbe immediatamente in uno schiavo stupido, in uno strumento della volontà e degli interessi altrui.
Se mi inchino davanti all’autorità degli specialisti, e mi dichiaro pronto a seguirne, dentro un certo limite e durante tutto il tempo che mi pare necessario, le indicazioni e anche la direzione, è perché questa autorità non mi è imposta da alcuno, né dagli uomini né da Dio.
Altrimenti la respingerei con orrore, e manderei al diavolo i loro consigli, la loro direzione, i loro servizi, avendo la certezza che essi mi farebbero pagare, con la perdita della mia libertà e della mia dignità, le briciole di verità, avviluppate di molte menzogne, ch’essi potrebbero darmi”.
Io non so se, come dice Enrico Manicardi (il cui sito vi invito a visitare per leggere le sue riflessioni https://www.enricomanicardi.it/), siano state “prove tecniche di soggezione” o sia semplicemente una questione di mentalità autoritaria, e cioè che certe persone credano davvero di conoscere la verità e che vada necessariamente imposta a chi non obbedisce.
Certo è che c’è stata repressione, ma saranno state prove tecniche di soggezione o semplicemente mentalità autoritaria e incompetenza?
In molti, io compreso – pur restando con molti dubbi – abbiamo sostenuto che si sia trattato di prove tecniche di soggezione e/o di dittatura e molti di noi, per questo, sono stati tacciati di “complottismo” (ormai chiunque dubiti del pensiero unico dominante viene messo nello stesso calderone dei complottisti).
Io però non escludo l’ipotesi che sia semplicemente una questione di mentalità autoritaria: se all’arroganza si aggiunge l’incompetenza, siamo messi ancora peggio.
La mentalità che impera nel nostro mondo è che, come dicevamo, ci sarebbero taluni elementi che credono di avere in mano la verità assoluta da dover imporre a tutti gli altri che questi ritengono dei deficienti, dei bambini irresponsabili (brutto modo di dire: dovremmo imparare molto dai bambini) da trattare come tali. E ahimè, molti di questi ultimi si comportano davvero come se avessero bisogno di un paparino che gli dica persino quando andare al cesso (perché è così che ci è stato insegnato a fare) o che ci dica quando soffiarci il naso come ne I Malavoglia di Giovanni Verga.
Noi sappiamo che le nostre idee non possiamo imporle a tutti (possiamo casomai proporle) perché ogni individuo è diverso e non tutti abbiamo gli stessi bisogni. Se vengono fatte delle leggi (anche se in buona fede) e non tutti le rispettano, vuol dire che quelle leggi/regole sono sbagliate o che, per qualche motivo che bisognerebbe approfondire, non possono essere rispettate da tutti.
Il Sistema però non funziona in questo modo, non gli interessa di andare a indagare le radici dei problemi. Gli interessa soltanto dire “noi abbiamo capito, voi no, noi siamo il potere, voi no e dunque noi diamo gli ordini, voi obbedite e se non obbedite, sarete puniti”.
Al Sistema non interessa – forse neanche ci arriva a certa mentalità – che le persone muoiano per l’inquinamento, per errori medici, per i tagli alla sanità. Forse per il Sistema è più comodo, non dico “far credere”, ma semplicemente CREDERE che la colpa sia di un virus innocuo o comunque non così pericoloso com’è stato descritto.
Ciò che è stato fatto in Italia dal governo, forse, è paragonabile a una nonna rimbecillita che crede di proteggere i nipoti chiudendoli dentro per paura del freddo per il quale potrebbero prendere l’influenza, quando in realtà potrebbe semplicemente coprirli di più, farli mangiare meglio e abituarli alla temperatura dell’ambiente e insegnar loro uno stile di vita più sano.
Bisognerebbe quindi esaminare tutte le misure stupide e insensate che ha preso il governo (e non solo) in questo periodo:
1) La mascherina all’inizio non era obbligatoria ed era addirittura sconsigliata. Anche in tv veniva specificato che serviva soltanto agli ammalati e ai medici. Quando la gente ha cominciato a indossarla e a guardar male chi non la indossava, è diventata obbligatoria. Stessa cosa per i guanti (che adesso invece cominciano addirittura a essere proibiti).
2) Chiudere tutto…o quasi, perché altrimenti si ferma l’economia e il sistema crolla. Si poteva uscire soltanto per “beni di prima necessità” (e che cosa ne sa uno sbirro, un politico, un medico delle prime necessità di ognuno di noi? Per me la necessità era la passeggiata, ma non era considerata tale).
3) Proibire di uscire e/o fare “assembramenti” (controllate sul dizionario il vero significato di questa parola e rabbrividite), tranne se dovete andare a fare la spesa, andare alle poste o a lavorare. Forse in quei luoghi il virus penserà che, essendo sono necessità consentite dal governo, non potrà attaccare nessuno. Quanto è comprensivo questo virus! Sensatissimo: io non posso uscire da solo a fare una passeggiata (magari con il mio cane) o a correre da solo ma posso fare “assembramento”(avete controllato il vero significato del termine?) nei suddetti luoghi.
4) Censurare e/o denunciare medici e scienziati dal pensiero diverso da quello unico dominante anziché invitarli a un confronto. Il Patto degli Inquisitori della Scienza ha deciso “noi siamo la verità (anche se ci siamo contraddetti fin dall’inizio) e tutti gli altri devono stare zitti”.
Io penso – pur rimanendo con i miei dubbi – che questi non abbiano “voluto far credere” che la maggior parte delle persone siano morte PER il coronavirus e non semplicemente CON il coronavirus, ma che lo credano davvero e che probabilmente non conoscano nemmeno la differenza. Così come non abbiano “voluto far credere” l’assurdità che gli asintomatici possano trasmettere malattie, ma che lo credano davvero.
E forse chissà, anche la questione dei vaccini: non si sono inventati la pandemia per vendere i vaccini, ma credono davvero che ci sia stata una pandemia e che la soluzione sia nei vaccini.
Stessa cosa riguardo le mascherine: non vogliono far credere che siano necessarie, forse credono davvero che siano necessarie e che dunque vadano imposte.
Chiaramente, nella mentalità di questo mondo c’è anche sempre l’economia (che a differenza di come dicono in molti, non si è mai fermata: al massimo crolliamo noi, non il sistema) e se ne sono approfittati i venditori di mascherine, di Amuchina, di guanti e ora vogliono approfittarsi anche i “venditori di vaccini”.
Questa rimane solo UNA delle mie tante riflessioni (io, a differenza loro, SO di non avere la verità assoluta in mano) perché – magari sarò ingenuo e mi sbaglio – non riesco a vedere intelligenza e lungimiranza nel potere. Ma una cosa è certa: la repressione c’è stata e non può essere giustificata per alcun motivo.
E tutto questo lo permettiamo noi, ipnotizzati e manipolati dai mass media e dalla mentalità secondo la quale chi ha autorità ha necessariamente autorevolezza. Come appunto ci ricorda Bakunin poi, neanche chi ha autorevolezza deve imporci in alcun modo le sue idee.
Io so solo, e lo ribadisco, che il problema è sempre il potere: senza di esso, non ci sarebbero né complottisti né complotti ; senza il potere sapremmo da soli quando c’è davvero un problema, non tramite la televisione e i media di regime, ma grazie all’autogestione e all’autodeterminazione, grazie al nostro intuito, grazie a ciò che vediamo con i nostri occhi, e grazie alle nostre capacità naturali. Io so soltanto che quest’esperienza ci ha distrutti psicologicamente e rintontiti (vedo ancora gente con la mascherina e i guanti all’aperto, anche da sola, benché non siano più obbligatori). So soltanto che siamo stati messi ancora di più gli uni contro gli altri e vediamo, ancora più di prima, il nostro prossimo come un nemico. Come al solito, è sempre più facile aggredire chi osa mettere in discussione le misure del governo e l’informazione di regime piuttosto che sforzarsi di pensare con la propria testa e ribellarsi contro il potere. Molto più semplice metterci nello stesso calderone dei complottisti, dei bufalari e dei terrapiattisti, anziché cercare di informarsi da varie fonti e cercare di capire cosa sta succedendo davvero, anziché chiedersi se “i terrapiattisti” non siate voi (ai tempi di Galilelo Galilei, era la maggioranza a credere la Terra fosse piatta).
Ancora molti, anche tra compagni anarchici, mi dicono “al sistema non converrebbe fingere una pandemia mettendo a rischio l’economia, quindi se stesso”. Credo che bisognerebbe riflettere bene sul perché questa è una sciocchezza. La produzione non si è mai fermata del tutto, anzi. Il rischio di fallire era per operai, piccoli imprenditori e vari lavoratori precari. Non di certo le grandi aziende, non di certo le industrie (vi rammento che si poteva uscire solo per fare la spesa o andare alle poste, in banca oppure si poteva ordinare tutto da internet). E anche se fosse, il sistema trova sempre il modo per sopravvivere e riorganizzarsi, grazie a noi che ci lasciamo comandare e ci sorbiamo le loro bugie. Dare la colpa al virus delle tante morti che ci sono state sembra anzi proprio una bella scusa per non mettere in discussione il sistema stesso: se si fosse parlato di tagli alla sanità, del nostro stile di vita, a cominciare da quello alimentare, se si fossero messe in discussione le opere inutili che danneggiano l’ambiente e provocano malattie mortali, allora sì che si sarebbe dato un bel colpo al capitalismo, all’economia e in generale al sistema. Siamo noi a crollare, non il sistema. Il sistema non crolla da sé.
Intanto si costituiscono movimenti alternativi che, se dovessero andare al governo, ci imporrebbero una nuova dittatura di colore diverso. Lo abbiamo ribadito più volte con De André : “non ci sono poteri buoni” né crediamo alla farsa marxista-leninista, rivelatasi sempre fallimentare. L’unica soluzione sarebbe la totale eliminazione dell’intero sistema. Purtroppo, però, come diceva il giovane anarchico Bruno Filippi, siamo circondati da “cani che leccano la mano di chi li batte”, mentre noi dovremmo essere come quelle tigri che, stanche della violenza della domesticazione, si ribellarono al loro domatore. E dovremmo, insieme, impedire che in seguito ci abbattano.
Dovremmo capire che contro i padroni bisogna ribellarsi, capire che sono nostri nemici, non nostri protettori, non dei bravi papà che si prendono cura di noi.
In Italia e in vari luoghi del mondo esistono delle piccole realtà completamente autogestite, alcuni gruppi si stanno muovendo per praticare auto-sostentamento fino alla totale abolizione del vile denaro. C’è solo un problema: per quanto siano ottimi esperimenti per dimostrare che l’anarchia non è un’utopia, alcuni di questi terreni sono stati acquistati. In questo modo, si arricchirà sempre il potere: ecco perché bisognerebbe espropriare, occupare terreni e strutture inutilizzate, per creare realtà autogestite cercando, per quanto possibile, di ritornare a vivere in armonia con la Natura e (quindi) con noi stessi, eliminando la delega, la gerarchia, il familismo, per praticare invece il mutuo appoggio. Ma soprattutto per cercare di fare sempre più passi avanti verso la libertà.
In caso contrario, potrete tenervi questo mondo sbagliato da lasciare ai vostri eredi, questo mondo che sta portando tutti alla rovina e che non volete cambiare, questo mondo che sta distruggendo voi e i vostri figli.
Di certo non ci metteremo più a discutere con chi teme che, con l’anarchia e la soppressione dei soldi e dell’economia, potrebbe non avere più la connessione a internet.
A parte il fatto che tutto può essere collettivizzato, tutto può essere auto-prodotto, tutto può essere risolto con il mutuo appoggio anziché con la delega dei soldi (i soldi ci dividono, servono a mantenere la gerarchia e lo sfruttamento, ne abbiamo già parlato qui), l’arte ad esempio può essere praticata per puro piacere, ma poi che cosa importa? La libertà è ciò di cui abbiamo bisogno, non certo internet. Oggi ne siamo schiavi e proviamo anche a utilizzarlo per diffondere il nostro pensiero, ma mettiamo caso che la gente si svegliasse davvero e anziché chiedersi chi delegare alle prossime elezioni, facesse una vera rivoluzione per sopprimere definitivamente il sistema: di cosa avremmo bisogno innanzitutto? Di cibo, acqua, vestiti, rifugi-case-ripari o della connessione a internet?
Io vi ripeto la frase di Enzo Martucci “La libertà è per l’uomo mille volte più necessaria di tutti i treni, le macchine, gli aeroplani e le radio. Un individuo libero nel mezzo di un bosco dove vive da selvaggio si sente soddisfatto e contento come non è il miserabile gregario imprigionato nella civiltà e costretto a fare sempre quello che vogliono gli altri e mai ciò che lui vuole”. Ma l’anarchia non è necessariamente un mondo selvaggio (anche se è quello che più mi auspicherei, sentendomi molto vicino alle idee primitiviste) e dunque invece di dire certe fesserie, leggete i libri di Kropotkin, Malatesta, Proudhon, Ivan Illich, Colin Ward, Murray Bookchin, Bakunin, Stirner, Zerzan, il già citato Manicardi ecc.
Non avete tempo? Nemmeno io ho tempo da perdere con quel tipo di persona che ha paura che con l’anarchia e l’eliminazione dei soldi non avrebbe più i suoi bei vizi e le sue (false e illusorie) comodità.
Come sapete, questo blog era nato con l’intenzione di far conoscere l’anarchia in Valle Caudina e con la speranza di creare un movimento anarchico nel mio territorio. Il secondo intento è miseramente fallito e perciò questo è l’ultimo articolo che pubblicherò, ma sono lieto di aver fatto qualcosa per portare a termine il primo intento: spero che i miei scritti potranno essere utili a qualche abitante della Valle Caudina che sia incuriosito dall’anarchia, in modo tale che si smetta di utilizzare questo termine come sinonimo di caos.
Certo, se si facesse una vera e propria rivoluzione, sarebbe inevitabile un bel po’ di “caos”, ma poi, eliminato il potere, sentiremmo l’esigenza di ristabilire, non l’ordine (perché l’ossessione per l’ordine è causa di autoritarismo e del caos che ne consegue), ma l’armonia, e questa volta senza delegare le istituzioni, ma grazie al mutuo appoggio.
Perciò, sarebbe ora che, non più la parola “anarchia”, ma la parola “gerarchia” diventasse finalmente sinonimo di caos: se non lo vedete, provate ad aprire meglio gli occhi.
Concludo, dunque, con la frase più significativa che cerca di smentire questo luogo comune:
“Da quando si pensò che un governo era necessario e che senza governo ci sarebbe stato solo disordine e confusione, fu naturale e logico che l’anarchia, che vuol dire assenza di governo, significasse assenza di ordine”.
(Errico Malatesta)
Su questo link, alcuni libri che cominciare a comprendere l’anarchia.
Leggi anche “Manifesto del Movimento Anarchico Caudino”